CLETO MARCELLINO

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"Masselini"

Sin da bambino, quando mio papà mi portava a mangiare il gelato o a bere la spuma in qualche bar di Azzago, mi sentivo chiedere: 

"sito 'nca tì un masselin?"

E non riuscivo certo a capire cosa significasse...

Ora mi è chiaro, e mi è chiaro anche il contesto in cui è nato questo soprannome di famiglia con cui, tutt'ora, alcuni anziano ricordano gli Aganetto discendenti di Cleto Marcellino.

  • MARCELLINO....
  • i "MARCELLINI" (i figli di Marcello) 
  • i "Marsellini" (in dialetto veronese la scomparse della lettere dure e delle doppie è molto frequente) 
  • i "Masselini", un "Masselin"

A chi non è di Verona posso assicurare che il passaggio è più strano da riportare per iscritto che da sentire per parlato. "Masselin" è veramente molto simile come suono  al nome proprio "Marcellino" pronunciato da un veronese d.o.c.

 

CLETO MARCELLINO

Come visto nel paragrafo "gli spostamenti" Cleto è ad Azzago stabile dal 1837.

Il censimento del 1874 lo vede capofamiglia essendo Domenico morto da parecchi anni. 

Cleto Marcellino ha 50 anni (che non sono i cinquantanni di adesso!) e vive con la moglie e 7 figli.

Su questo censimento c'è una informazione importante: la professione.
Cleto Marcellino è "mezzadro". I mezzadri sono coloro che lavorano la terra e, non disponendo della proprietà, al momento del raccolto devono dividere con il "possidente" il frutto del loro lavoro.

A questo punto accade qualcosa di importante..

Tutti i figli di Giulio ricordano che il loro papà raccontava di quando, nonno Cleto Marcellino, andò volontario in guerra.

Era persona sana e robusta quindi, come richiesto al tempo, si arruolo per la spedizione volontaria.
La guerra fu breve ma gli permise di raccogliere molti soldi, certamente più di quanti ne avrebbe potuti avere rimanendo al paese.
Al suo ritorno potè cosi investirli acquistando il terreno deve papà Domenico lavorava come semplice fattore. 
(I terreni era di proprietà della Chiesa ed in quel punto doveva esser presente un convento in disuso)
In quella casa nacquero i figli, i nipoti, ed i figli dei nipoti.

Questa versione è indirettamente confermata dal censimento di fine '800.
In quel momento infatti la professione citata è "possidente"

Ancora oggi è nella memoria degli abitanti del luogo l'estensione del terreno di quella proprietà ed il vantaggio che gli Aganetto avevano nel disporre di terre contigue e cosi vicine alla casa di abitazione.

E la famiglia cresce davvero molto. Diventano 16 le persone che abitano assieme.

E' in questo scenario che sicuramente il Patriarca Cleto Marcellino viene chiaramente riconosciuto come figura importante ed accentratore del gruppo famigliare.
Qui i figli ed i nipoti sono sicuramente   " i Marcellini "

Per molte generazioni il terreno e l'abitazione rimangono della famiglia. Per circa 60 anni la casa è "conseguenza" di Marcellino.

 

 

Anni '20

Cleto Marcellino è ormai morto (alla veneranda età di 84 anni)

Antonio, figlio di Cleto ipoteca la casa perchè vuole aiutare il proprio figlio Gelmino (detto "Geca") che desidera partire in viaggio per l'Argentina alla ricerca di fortuna.
Ma per salire sulle navi il "prezzo" da pagare è davvero alto. La casa non è persa, ma è ipotecata.

1939

Passano gli anni. Si avvicina la II guerra mondiale. I soldi sono pochi. La crisi avanza.

Muore Antonio (82 anni).
Gli intestatari dell'ipoteca si presentano da Giulio per riscuotere.
Ma sono anni di crisi. Giulio lavora i campi, e per arrotondare lavora in una cava di marmo ed in una miniera di carbone a Grezzana.

Ci sono già 5 figli.

I soldi non bastano. La casa ed i terreni vengono perduti.

1950

Giulio, ed i figli celibi sono costretti a spostarsi.
Prima saranno a Rosaro (in località Busoni) e poi a Poiano.

 

 


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